Il nostro primo, grande progetto, il docufilm “70072: la bambina che non sapeva odiare. La vera storia di Lidia Maksymowicz”, comincia da lontano, da quando nel dicembre del 2018 al Galicia Jewish Museum di Cracovia la nostra guida e interprete Renata Rychlik ci fa conoscere Lidia Maksymowicz, una signora allora 78enne, una delle ultime bambine uscite vive dalla baracca frequentata dal dottor Mengele ad Auschwitz-Birkenau. Noi eravamo alla ricerca di testimonianze dirette per preparare una guida ai nostri progetti per le scuole volti a far diventare gli studenti “detective della storia”. Storie di uomini e donne che hanno dovuto imparare a convivere con quel che ti lascia dentro, per sempre, l’esperienza terribile dei campi di sterminio.
E finchè Lidia ci ha raccontato la sua esperienza nel campo, dove è stata internata per 13 mesi quando aveva solo 3 anni, e i suoi primi anni di bambina libera ci luccicavano gli occhi, ma la sua sembrava una vicenda come altre che avevamo già sentito. Ma da un certo punto in poi la sua storia è diventata unica, irripetibile, straordinaria non solo per le vicende che l’hanno caratterizzata, ma anche e soprattutto per la lucida analisi e le riflessioni che proprio Lidia fa della sua vita, così crude e al tempo stesso serene, e con un comune denominatore: nessun sentimento di odio o di rivalsa.